sabato 26 novembre 2011

DA SAN NICOLO’ A BABBO NATALE:

Domani è il primo giorno d'avvento e per spiegarvi meglio come mai nasce la tradizione degli Grittibenzen, ho pensato che qualche informazione su San Nicolò vi potesse fare piacere:

Biografia di San Nicola di Mira

San Nicola di MiraSan Nicola (o Nicolò) di Mira (o di Bari) nacque a Pàtara (città non lontana da Mira).
Vescovo di Mira, attualmente la città si chiama Dembre, (secc. III-IV) in Licia (Asia Minore, attuale Turchia) che in età cristiana fu resa celebre dalla sua vita e dai suoi prodigi.
Partecipò, forse, al concilio di Nicea (325) e morì intorno al 350. Si celebra il 6 Dicembre.
Altri vescovi di nome Nicola, in Francia, Germania e Inghilterra, iniziarono ad essere festeggiati dalla fine del Duecento (l’epoca alla quale risale la prima testimonianza che ne abbiamo è quella della Francia del XIX secolo) e il sommarsi delle tradizioni a quella del 6 dicembre (giorno di San Nicola) non fece altro che raddoppiare la festa, che finiva col durare così quasi tutto il mese.
Le sue reliquie furono trafugate da 62 marinai pugliesi (le notizie non sono certe e talvolta si parla di alcuni mercanti baresi o, addirittura, di un gruppo di cavalieri italiani) che nel 1087 (sec. XI), su tre caravelle, le traslarono a Bari, di cui fu eletto patrono ove, per custodirle, fu costruita una grande basilica in suo onore. Dopo la traslazione, ossia il trafugamento del corpo del santo da Mira a Bari, il nome di san Nicola si diffuse in molte parti del mondo e numerose chiese furono dedicate al glorioso santo, che divenne uno dei santi più conosciuti e venerati, sopratutto nel medioevo, quando la grandezza dei suoi miracoli era famosa ed apprezzata dalla Groenlandia alla Russia, terra di cui è protettore, fino a Canterbury in Inghilterra. Perfino i vichinghi gli dedicarono una cattedrale.
Festeggiamenti con solenni processioni si tengono in suo onore in particolare Bari, che divenne poi luogo di pellegrinaggio per i cristiani. Da li iniziarono ad aumentare a dismisura in tutta Europa sia i bambini chiamati Nicola, sia le chiese a lui dedicate. Nel 1130 l’immagine del santo inizierà a scemare.
San Nicola è patrono della Russia e della Grecia, protettore dei fanciulli, dei marinai, dei prigionieri e degli studenti. Infatti, nel racconto rappresentato in vari drammi latini conosciuto come “i tre chierici”, tre giovani, derubati e uccisi da un oste, vengono resuscitati dal santo.
Orfano di una famiglia molto ricca, venne portato in un monastero per essere educato da prete.
Il giovane vi trascorse la giovinezza e quando uscì divenne vescovo di Mira. Donò tutte le sue ricchezze ai poveri e da allora dedicò la sua vita ad aiutare il prossimo.
Si diceva che fosse in grado di compiere miracoli e portasse sempre in salvo le imbarcazioni che si perdevano nelle tempeste.
Intorno a lui nacquero così tante leggende che giunsero fino alle orecchie dell'imperatore russo Vladimir, recatosi a Costantinopoli per ricevere il battesimo. La leggenda più famosa sulla vita di questo santo - ricordata anche nel Purgatorio di Dante (XX, 31-33) - è quella delle monete d’oro: Un nobiluomo caduto in disgrazia si disperava per la sorte delle sue tre giovani figlie per le quali non aveva una dote disponibile.
Nicola volle aiutare la famiglia e, per tre notti consecutive, gettò dentro la finestra del loro castello tre sacchi pieni di monete d'oro
La terza notte il padre, volendo scoprire il misterioso benefattore, chiuse tutte le finestre e Nicola fu costretto ad arrampicarsi sul tetto per calare le monete giù dal comignolo.
L'oro, cadendo, si infilò nelle calze delle fanciulle appese ad asciugare vicino al camino e, da allora... è rimasta la tradizione di appendere calze la notte di Natale per ritrovarle la mattina dopo colme di doni!
Ma l’intreccio della storia di San Nicola con la leggenda di Santa Claus sembra avere inizio con un’historia composta da Reginoldo di Eichstätt (sec. X), corredata da una melodia gregoriana che all’epoca riscosse notevole successo e valse all’autore la nomina a vescovo nel 966. Il ché contribuì a decretare la supremazia del santo.
Da allora Nicola e la sua liturgia cominciarono a entrare prepotentemente nelle scuole, nei cori, nei monasteri. Chi si opponeva poteva essere punito dal santo stesso, come accadde al priore Iterio, del monastero di Sens. Questi, narra un manoscritto dell’XI secolo, attribuito a un monaco dell’abbazia di Bec, in Normandia, si oppose con fermezza alla richiesta dei suoi cantori di introdurre la nuova liturgia, da lui considerata “opera da menestrello”. Ma una notte venne visitato da San Nicola che cominciò a percuoterlo nel modo al quale al solito ricorrono i maestri per insegnare l’alfabeto a un ragazzo svogliato. Sono già presenti qui, nel loro pieno sviluppo, le caratteristiche di Nicola: un santo che compare di notte, spesso in volo, e può elargire doni e punizioni.
La fama di San Nicola cominciò a essere seriamente intaccata soltanto con l’avvento della Riforma. Il compito di donare regali venne allora attribuito al Chistkindel o Kris Kringle, Gesù Bambino; un’altra figura sacra molto più accettabile di quella dell’antico vescovo, un po’ troppo folcloristica e in odore di paganesimo per l’etica protestante. Questo, nonostante il fatto che i registri contabili di casa Lutero registrassero, fino al 1535, ingenti uscite per i regali ai suoi bambini, alla vigilia del 6 dicembre. Allontanato dalle chiese e dalle rappresentazioni sacre, San Nicola continuò a portare regali in molte zone europee, magari accompagnato da un servetto nero che recava un sacco pieno di doni e di fruste, il Nicodemo dei Paesi Bassi, da cui probabilmente è derivato lo Schwarzer Mann, l’uomo nero che ha terrorizzato, e continua a farlo, i bambini di mezzo mondo.

1 commento: